mercoledì 4 novembre 2009

Giuseppe Laterza: di giorno al mulino di notte in balera




Giusepe Laterza appartiene a quella schiera di musicisti protagonisti del dopoguerra e alla bellezza di 79 anni contiunua a coltivare la sua passione per il canto e la musica
“Quando ero piccolo – dice Giuseppe – accompagnavo il nonno alle cantine di Vippolisu patretern” e gli avventori mi invitavano a cantare per loro. Durante il fascismo, a scuola imparavamo le canzoni dei “balilla” e vista la mia intonazione il maestro mi mandava a far lezione ad altri ragazzi . Un giorno, però, mi riempì di spalmate perché mi aveva visto cantare per strada “: questo non è segno di buona educazione - mi disse.
Da giovane Giuseppe Laterza lavorava al Mulino Fanelli, lì dove oggi c’è la Banca Carime, nei pressi della ex caserma dei carabinieri. Un lavoro pesante, ma, con la prestanza dell’età giovanile, Giuseppe trovava il tempo per dedicarsi alla musica
Di giorno lavorava al Mulino e a sera, nei turni liberi, si dedicava agli sposalizi
“Andavamo fino in Calabria e Basilicata – ricorda Giuseppe - Negli anni dal 1955 al 1970 ho allietato tantissimi matrimoni di putignanesi tanto che posso ben dire di aver visto sposarsi mezza Putignano
Da mezzogiorno fino alle 7 di sera si suonava per un matrimonio e dalle 7 fino alle 2 di notte si festeggiava un altro. “Erano tempi magri – ricorda Giuseppe – e si facevano grossi sacrifici per arrotondare lo stipendio. Il periodo di Carnevale poi, era pieno con le serenate, il ballo negli Josr nella sala Danubio (su Corso Umberto I) o nelle altre sale storiche di Putignano (la sala Garden e la sala Perla)
“Erano altri tempi, più difficili, ma per certi aspetti migliori – dice Giuseppe – perché ci si divertiva con poco” “Ad una festa di sposalizio incontrai perfino Domenico Modugno quando non era ancora famoso e anche lui cantava per arrotondare lo stipendio”. “Allora non c’erano gli impianti stereofonici , tutto era “arrangiato” e si cantava con un microfono collegato ad un amplificatore alimentato con una batteria d’auto Tra i musicisti a cui mi accompagnavo più spesso c’erano Narduccio Cervellera e Remino Zenna Zenna”.

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